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La fontana attuale, denominata del Piano, sorge al posto di quella distrutta nel 1367 per ordine di papa Urbano V. In quell'anno, il papa, rientrato da Avignone e diretto a Roma fece sosta a Viterbo con tutta la corte. Un giorno, uno dei servi del cardinale francese Carcassona, si mise a lavare il proprio cane nell'acqua della fontana. Una donna del quartiere fece le sue rimostranze visto che quella era l'unica acqua potabile del quartiere, dei servi francesi insolentirono la donna e gli abitanti di Pianoscarano accorsero in sua difesa. Nella rissa che seguì la donna fu uccisa. Divampò una lotta furibonda fra i Viterbesi da una parte e i servi e gendarmi della corte papale dall'altra. La popolazione inferocita assalì le abitazioni dei cardinali devastandole e offendendo i porporati. In soccorso del pontefice accorsero rinforzi da numerosi paesi limitrofi; Viterbo fu costretta a chiedere la pace. La reazione papale fu durissima: 10 ribelli vennero impiccati, altri cinquanta viterbesi furono imprigionati, le case dei capi della sommossa distrutte, demolite le torri cittadine fino all'altezza dei tetti, demolita la fontana all'origine della rivolta. Era previsto anche l'abbattimento delle mura che circondavano il quartiere, tale ordine però non fu attuato, i cardinali fecero presente al papa che l'aiuto di Viterbo era stato fondamentale al cardinale Albornoz per riconquistare alla chiesa molti territori ed in virtù di ciò le mura furono risparmiate. L'attuale fontana fu dunque ricostruita sul luogo dell'antica nel 1376. Questa fontana, che sorge al centro del quartiere, è sempre stata un polo di aggregazione per la gente di Pianoscarano; nel periodo della vendemmia quando è necessario lavare botti e bigonci, la fontana, specialmente nel passato, era presa d'assalto. Accaparrarsi il posto più vicino alla fontana era motivo di liti ed il Comune dovette intervenire. Venne stabilito che il turno venisse assegnato in base ai tempi impiegati per rotolare la propria botte sulla salita che collega la piaggia alla fontana. Ancor oggi questa usanza viene tramandata nel palio delle botti che si tiene alla fine di settembre all'interno della manifestazione festa dell'uva. Il palio si articola in due categorie: quella a spinta e quella a spalla. Nelle prima la botte viene fatta rotolare lungo la salita del percorso, nella seconda il concorrente trasporta a spalla la botte. Da ricordare che nell'ultimo giorno della manifestazione, dalle cannelle della fontana, al posto dell'acqua sgorga vino.
(Angelo M. Ambrosini)
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Opere consultate:
ANDREA SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Stab. F.lli Capaccini, Roma, 1920.
LIDIA GREGORI, Il quartiere di Pianoscarano , in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 53-56.
CECILIA PIANA AGOSTINETTI, Fontane a Viterbo , Fratelli Palombi Editori, Roma 1985.