Il palazzetto come era ridotto nel 1875. (Collezione antiche lastre fotografiche di Valerio Giulianelli)
Il palazzetto come si presenta oggi.
ll palazzetto di Valentino della Pagnotta è uno dei modelli di architettura civile medievale meglio conservati nella città di Viterbo.
E’ uno dei tre monumenti, insieme alla Cattedrale e al Palazzo dei Papi, che si affacciano e caratterizzano la piazza S. Lorenzo.
Lo storico Viterbese Niccolò della Tuccia, descrivendo il quadro della Madonna fatto dipingere per la cappella del Comune neI 1458 da maestro Valentino, nomina fra i Priori, che vi erano effigiati, Valentino della Pagnotta, facoltoso agricoltore, eletto Priore della Città nel 1458, che abitava appresso alla fontana di S. Lorenzo. Secondo l'altro grande studioso viterbese, il Pinzi, la costruzione del palazzo risale però al XIII secolo.
Il Palazzetto, ubicato in piazza S Lorenzo, presenta caratteristiche architettoniche eterogenee. In parte esso ricorda stilisticamente il vicino Palazzo dei Papi e ne richiama il gusto gotico del duecento nelle finestre e nelle decorazioni .
Il prospetto è abbellito da un portico di due archi a tutto sesto nei quali è facile vedere sagome e membrature che si ritrovano in altri monumenti cittadini. L’arco, nella costruzione, assume un forte rilievo sia come elemento costruttivo che ornamentale.
Sopra l’ingresso è presente uno stemma con tre cotisse e quattro bande caricate da fiori a tre petali.
I restauri effettuati nel 1920 hanno restituito alla facciata la primitiva eleganza, eliminando gli elementi che, nel corso dei secoli, l’avevano profondamente modificata. Risale alla stessa epoca l’abbassamento della piazza prospicente e di conseguenza la costruzione delle scalinate antistanti al palazzetto e al duomo.
Questa casa, tipico esempio di architettura medievale, fu ammirata nell’esposizione Etnografica di Roma nel 1911; una sua fedele riproduzione insieme a Casa Poscia e alla Fontana di Pianoscarano fu ricostruita all'interno dell'evento.
La costruzione ha subito diverse vicissitudini compreso il bombardamento del 1944 ed è stata sempre ricostruita con spirito filologico. In occasione della ricostruzione seguita all’ultima guerra è stato ripristinato il portico della facciata, portico che nel restauro precedente era rimasto chiuso.
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Opere consultate:
LAURA PACE BONELLI, Casa di Valentino della Pagnotta , in «Il centro storico di Viterbo»,Betagamma, Viterbo 2001, pp. 209-213 .
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Roma 1915-20.