La rocca Albornoz di Viterbo fu costruita nel 1354 per volere del cardinale Gil Alvarez Carrillo de Albornoz incaricato dal papa di riconquistare alla santa sede i territori che, a causa della lunga permanenza del papato ad Avignone, si erano sottratti al suo dominio . La sua costruzione terminò nel 1357. La costruzione odierna è molto diversa dalla primitiva essendo stata la rocca, nel corso dei secoli, più volte distrutta e ricostruita. La prima volta il complesso fu seriamente danneggiato nel 1375 in seguito alla rivolta capeggiata dal prefetto Francesco di Vico; papa Bonifacio IX la fa ricostruire nel 1395. La pace per questo monumento non durò a lungo, nel 1438 esso infatti fu di nuovo distrutto per ordine di papa Eugenio IV. Nel 1457, papa Callisto III ne ordinò la ricostruzione. Le maestranze viterbesi furono costrette a prestare la loro opera e parte del materiale venne ricavato dalla distruzione del palazzo dei Tignosi. I lavori furono completati da papa Pio II successore di Callisto III. Ulteriori modifiche vennero apportate alla rocca sotto Sisto IV che fece costruire di fianco al complesso anche una grande scuderia, coperta da una volta sostenuta da 24 colonne e capace di ospitare un centinaio di cavalli. Giulio II della Rovere fece fare importanti lavori al complesso della rocca. Su progetto di Donato Bramante, nei primi anni del '500 il palazzo abbandonò l'impronta prettamente militare per trasformarsi in un palazzo rinascimentale. È di quegli anni la sistemazione del cortile con i portici sormontati da loggiati sui due lati minori nonché l'inserimento al centro di una fontana. Il cardinale Alessandro Farnese, divenuto papa con il nome di Paolo III portò a compimento il progetto Bramantesco con la realizzazione di una grande loggia aperta verso la piazza e nel cortile l'accesso ai piani superiori fu modificato con l'inserimento di due semicolonne laterali e un timpano triangolare. La rocca, divenuta così un sontuoso palazzo rinascimentale ospitò diversi papi per periodi più o meno lunghi. Nel 1523 la rocca fu concessa da papa Clemente VII come sede ai cavalieri Gerosolimitani cacciati da Solimano I dall'isola di Rodi. I cavalieri vi rimasero fino al 1527 allorquando la lasciarono per l'isola di Malta che era stata concessa loro dall'imperatore Carlo V. Nel periodo successivo essa tornò ad essere saltuaria residenza dei pontefici fino al 1738 quando vi fu insediato il primo brefotrofio dello stato pontificio. Nel 1848 il complesso fu occupato dalle truppe francesi, ritornò brefotrofio fino al 1860 dopodiché divenne alloggio delle truppe pontificie prima e di quelle italiane poi. Durante l'ultima guerra il complesso ha subito notevoli danni dovuti ai bombardamenti aerei, una volta restaurato, dal 1986 ospita il Museo Nazionale Etrusco. Al primo piano troviamo reperti etruschi provenienti dagli scavi di San Giovenale e da quelli dall'Acqua Rossa, al secondo piano sono esposti reperti di epoca romana provenienti da Musarna e dal teatro romano di Ferento.
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Opere consultate:
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988
CHIARA MIANO, Rocca Albornoz e Museo Nazionale, in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 203-205.
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo. Guida per il visitatore, Sette Città, Viterbo 1993.
ARRIGO PECCHIOLI, Viterbo capitale dei cavalieri di Rodi, Editalia, Firenze.