La chiesa di S. Sisto come si presentava prima dei bombardamenti dell'ultima guerra. Sulla destra la quarta navata non più ricostruita.



Facciata della chiesa come rimessa in luce nel 1913.




Pianta della chiesa con la quarta navata e il cortile del campanile oggi non più esistenti.



Veduta della chiesa con i due campanili come si presenta oggi dopo la ricostruzione seguita ai bombardamenti dell'ultima guerra.



La chiesa romanica di S. Sisto in Viterbo è una delle più antiche della città, essa viene menzionata per la prima volta in un documento del 1068 ma la sua costruzione è senzaltro antecedente. La sua origine è incerta, alcune fonti fanno riferimento ad un tempio pagano, dedicato a Venere o alla dea Fortuna, tempio sulle cui rovine sarebbe sorta l'attuale chiesa di S. Sisto. Da documenti della fine dell'VIII secolo si ha notizia di un agglomerato abitativo, il vico Quinzano, localizzato nei pressi dell'attuale chiesa, non è da escludere che la chiesa di questo vico, dedicata a S.Marco, possa essere l'origine dell'attuale S. Sisto. Nel corso dei secoli la chiesa ha subito numerose trasformazioni. La più importante nel corso del XII secolo quando, per ampliarla, l'abside fu spostata all'indietro fino alle mura cittadine, divenendone parte integrante. Dato che il dislivello tra le mura e la chiesa era notevole, il presbiterio e il coro retrostante furono realizzati ad un’altezza maggiore e raccordati alla vecchia chiesa con una imponente scalinata. La nuova abside di elegante fattura è decorata con archetti pensili e lesène che scendono fino al basamento. Al centro si provvide ad inserire una finestra fatta con i frammenti di quella esistente sulla vecchia abside. Un’altra piccola finestra, priva di pregi architettonici, è presente in corrispondenza della navata di destra. La differenza tra i due ambienti è sottolineata da un grande arco trionfale posto certamente dove si trovava l’abside primitiva. La grande scalinata è movimentata da due pregievoli amboni in pietra posti ai lati; quello di destra (dell’epistola) è in peperino, quello di sinistra (del vangelo) in marmo. Sotto al presbiterio esiste una cripta che potrebbe ricollegarsi alle strutture più antiche della chiesa; nel corso dei secoli essa ha assunto diverse funzioni, con ogni probabilità inizialmente essa fu adibita a oratorio, in seguito, dopo l’innalzamento del presbiterio, divenne un ossario. Attualmente è stata sistemata come cappella e vi ha trovato collocazione un monumento in ricordo delle vittime dei bombardamenti dell’ultima guerra, realizzato con un frammento marmoreo di un sarcofago rinascimentale andato distrutto. Un altro ampliamento molto importante fu eseguito nel corso del XV secolo aggiungendo una quarta navata per aumentare la capienza della chiesa che per l’importanza raggiunta non era più sufficiente ad accogliere i fedeli. Essa era posizionata sul fianco della navata destra e consisteva di un grande ambiente di forma irregolare diviso in due da una enorme colonna centrale che sorreggeva due archi a loro volta terminanti su due semicolonne incassate nei muri perimetrali. Il nuovo ambiente fu collegato alla chiesa abbattendo il muro laterale della medesima. Il muro fu poi ripristinato nel 1800 durante lavori di restauro eseguiti per ridare stabilità alla chiesa danneggiata da vicende belliche nel 1799 e la quarta navata fu adibita prima a magazzino e poi a teatrino parrocchiale. L’aspetto attuale della chiesa ce la mostra come doveva apparire anticamente poiché, durante la ricostruzione avvenuta dopo il bombardamento della II guerra mondiale, sono state tolte tutte le sovrapposizioni rinascimentali e barocche cercando per quanto possibile di ripristinare le antiche strutture. Risulta comunque arbitraria la ricostruzione della facciata che risulta molto diversa da quella di gusto lombardo riportata alla luce dopo il restauro effettuato nel 1913. Quella che era stata la quarta navata non è stata ricostruita, di questo ultimo ambiente rimangono come tracce visibili l’alta colonna centrale e un capitello nel cortile della chiesa, mentre un semicapitello laterale è stato utilizzato come base dell’altare sistemato nella cripta. La chiesa presenta due campanili, il più antico, in stile longobardo, si presenta mozzo ed è collocato alla fine della navata di destra. Attualmente è privo di accesso poiché l’eccessivo peso delle volte a crociera che nel XIX secolo sostituirono le coperture a capriate delle tre navate della chiesa, deformò l’arco trionfale e, per consolidare la struttura, la scala a chiocciola che ne permetteva l’accesso fu riempita di pietrame di riporto e trasformata in un contrafforte. Il campanile più nuovo è in realtà una torre della cinta muraria sopraelevata rispetto alla costruzione originaria. La parte superiore è intonacata e nel 1820 vi fu installato un orologio ancora funzionante. La chiesa di S. Sisto ha continuato a subire modifiche anche in tempi moderni. Tra i più significativi ricordiamo la costruzione del grande organo nel 1964. La base dell’organo, in peperino, si inalza sulla parete destra del presbiterio reggendosi su due colonnine centrali e due mensole laterali; per sostenere l’enorme peso della struttura in pietra, due pilastri in cemento armato sono stati innalzati nella cripta sottostante in corrispondenza delle due colonnine. Sulla parete sotto all’organo fu murata una porta che immetteva su una scala nello spessore delle mura che conduceva ad un camminamento soprastante l’abside. L’uscita di tale camminamento fortificato è ancora visibile sopra l’abside guardandola dall’esterno. In seguito al concilio vaticano II che riformando la liturgia eucaristica imponeva di girare gli altari per permettere all’officiante di guardare i fedeli, l’antico altare centrale troppo imponente è stato spostato sul fondo dell’abside rialzandolo di 3 gradini onde permettere la visione del tabernacolo ivi posizionato anche dai fedeli delle navate inferiori. Al suo posto ne è stato posizionato uno nuovo, sempre in peperino ma più piccolo e adatto alle nuove esigenze le cui forme moderne stonano un poco con il resto della chiesa. Negli anni 80 è stata sistemata la cripta. Nella sua abside è stato sitemato un altare costruito utilizzando come base un semicapitello appartenuto alla quarta navata. I due pilastri in cemento armato, costruiti per sostenere l’organo, sono stati rivestiti di pietre antiche onde armonizzare meglio con l’ambiente. Sul fondo della navata sinistra della chiesa è stata aperta una porta per mettere in comunicazione la scala che scende dal presbiterio fino alla cripta permettendo così l’accesso anche dalla navata della chiesa. Allorché S.Sisto inglobò la chiesa di S.Leonardo e quest’ultima non fu più adibita al culto, il quadro della madonna con bambino del XIII secolo in essa venerato fu sitemato in fondo alla navata destra.L’altare preesistente fu sostituito con un altro la cui base è costituita da un frammento di una delle colonne rifatte in seguito ai danni della guerra. Il fondo della navata, intonacato, fu rivestito di lastre di pietra per uniformare la parete al resto della chiesa. Sulla facciata, nel 1994, murata nel profilo di una delle due finestre rettangolari tamponate, è stata apposta una lapide in bassorilievo per ricordare le vittime dei bombardamenti del 1944.
A causa dei pesanti danni subiti per la guerra S. Sisto non conserva al suo interno molte opere d’arte. Degne di nota sono un’ara romana, sistemata nell’entrata sulla destra, sicuramente adibita a fonte battesimale nei primi secoli di vita della chiesa; l’altare maggiore composto da frammenti in stile longobardo del IV - V secolo; una pala d’altare di Neri di Bicci (1457/59) posizionata sulla parete del transetto di destra.

 

(Angelo M. Ambrosini)

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Opere consultate:
MARIO SIGNORELLI, La chiesa di S. Sisto in Viterbo - Memorie storiche di Mario Signorelli, Viterbo, 1961.
LAURA P. BONELLI, MASSIMO G. BONELLI, Chiesa di S. Sisto, Viterbo, Betagamma Editrici, 1995.
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo, Sette Città, 2a edizione, 1999.
FRANCESCO MATTIOLI, Dentro Viterbo, Catania, Bonanno Editore, 2009.
LAURA PACE BONELLI, L’evoluzione architettonica della chiesa di San Sisto ricostruita attraverso l’esame dei documenti storici degli Archivi viterbesi, in «Biblioteca & società» Anno XIV, n. 3, Viterbo 1994, pp.11-21.
ENZO BENTIVOGLIO, Nuove considerazioni sulla chiesa di San Sisto a Viterbo scaturite dalla analisi della sua cripta, in «Biblioteca e Società», Anno I, n.4, Viterbo 1979, pp.13-19.