La lapide di porta Sonza.

La porta Sonza, attualmente scomparsa, si ergeva nei pressi dell'attuale piazza Giuseppe Verdi. Un'epigrafe che inizialmente era posta su di essa è oggi murata all'incrocio tra via Mazzini e corso Italia all'esterno dell'ex chiesa di S. Matteo in Sonza. L'epigrafe, in caratteri del XII secolo, riferisce che fu costruita sotto il pontificato di Pasquale II (1099-1118) e l'impero di Enrico IV (1056-1106). I primi versi dell'epigrafe ricordano il privilegio che Arrigo VI imperatore di Germania figlio del Barbarossa accordò ad essa, essi recitano infatti: "Mi chiamo Sonza, porta della splendida Viterbo, ho un grande onore e privilegio perenne. Chiunque sia gravato da condizione servile se diventerà mio cittadino sarà considerato un uomo libero". Murata sotto la lapide vi è la mostra di una piccola fontana la cui forma ricorda l'imbotte di una porta, questo fa si che molti cadano nell'errore di credere possa trattarsi della porta Sonza, nulla di più sbagliato, una scritta sull'arco della piccola fontana ricorda infatti che un certo Martinelli aveva trovato a sue spese l'acqua e l'aveva resa di pubblico utilizzo nel 1634. Tutto ciò che resta, dunque, dell'antica porta, è solo la lapide marmorea sopra citata.

 (Angelo M. Ambrosini)

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Opere consultate:
ANDREA SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Stab. F.lli Capaccini, Roma, 1920.