Nella cinta muraria, rafforzata da torri sporgenti e coronata da merli guelfi, si aprivano a distanza variabile 13 porte. Nel corso dei secoli alcune di esse furono chiuse e solo recentemente sono state restaurate e riaperte. Delle antiche porte solo due rimangono murate e non più accessibili, porta Bove e porta San Lorenzo.Nel conteggio non si tiene conto delle porte del tutto scomparse che esistevano nel primitivo perimetro della città e cioè: porta Sonza, porta di S. M. Maddalena, la Porticella o Quadriera e, forse, un'altra porta chiamata porta del Salvatore.


PORTA ROMANA

L'attuale porta, sorta a fianco di una più antica denominata di San Sisto dal nome della vicina chiesa, fu inaugurata nel 1653 e chiamata Innocenziana dal nome del pontefice Innocenzo X in visita a Viterbo, come si può dedurre dalla lapide posta sulla facciata. Tale nome non durò molto, quasi subito i Viterbesi la chiamarono porta Romana poiché immetteva sulla via Cassia che portava a Roma. Le decorazioni barocche che la ornano appaiono scheggiate in più punti e sono la conseguenza dei cannoneggiamenti ad opera delle truppe Francesi del generale Kellermann nel dicembre 1798. La facciata è ornata da numerosi stemmi e sulla sommità è posta una statua di Santa Rosa, protettrice della città.


PORTA DELLA VERITÀ

La porta prende il nome dalla vicina chiesa di Santa Maria della Verità. Anticamente era chiamata porta dell'Abate per la vicinanza dell'abbazia della suddetta chiesa ed anche di San Matteo per la piccola chiesa dedicata a questo santo che sorgeva non molto lontano. Sulla porta campeggia un grande stemma di Benedetto XII affiancato da due più piccoli del governatore Oddi e del vescovo Sermattei. In basso, più piccoli due stemmi del comune. Una grande epigrafe, sulla facciata, ricorda la storia della porta.


PORTA SAN MARCO

La porta, realizzata nel 1200, metteva in comunicazione il centro della città con la valle dell'Urcionio. Chiusa, per ragioni di sicurezza nel '500, è stata restaurata e riaperta nel 2010.

 

 

  


PORTA MURATA

L'antica porta di Castel Sant'Angelo o anche porta delle Piagge oggi è comunemente chiamata porta Murata. Il nome deriva dal fatto che nel corso del '500 era stata murata e tale rimase per lungo tempo. La sua riapertura risale al 1920.

 


 PORTA FIORENTINA

Questa porta in origine si chiamava porta Santa Lucia. Deve il nome attuale al fatto che immette sulla statale Cassia in direzione di Firenze. Essa fu interamente ricostruita nel 1768 ma il rimaneggiamento maggiore, che le ha dato l'attuale grandiosità, risale al 1886 quando la locale Cassa di Risparmio, per facilitare il transito, finanziò l'apertura dei due fornici laterali e la demolizione dell'antemurale.


PORTA BOVE 

Questa antichissima porta deve al fatto di essere stata chiusa l'aver conservato la sua forma primitiva. Essa è ubicata sotto l'omonima torre e non è visibile dalla strada essendo stata costruita una casa che la ostruisce completamente. Unico particolare visibile è la caratteristica cuspide sulla quale sono scolpiti gli stemmi della famiglia romana dei Papareschi. Lo storico Della Tuccia riporta il 1255 come anno della sua apertura.

 


PORTA FAVL 

L'attuale porta porta Favl venne aperta in sostituzione della vicina porta di Valle nell'anno 1568. Essa si apre alla base di un'antica torre la cui parte superiore è stata demolita e il progetto della stessa è attribuito al Vignola. Il grande architetto lavorava per la casa Farnese e lo stemma con i gigli dei Farnese è visibile in alto fiancheggiato da quelli del comune e del vice-legato pontificio, un certo Ansoino Polo. In onore dei Farnese originariamente la porta prese il nome di Farnesiana.

 


PORTA DI VALLE 

La porta di Valle, è quasi adiacente a quella di Faul che la sostituì. La porta che anticamente era denominata d'Eulali perse di importanza e venne quindi chiusa, è stata riaperta nel 1990. Di fianco alla porta è ancora visibile l'abside dell'ex abbazia della Palomba.

 


PORTA SAN LORENZO 

Dell'antica porta, ora racchiusa in una proprietà privata, rimangono solo alcune tracce. Essa fu chiusa fin dal XIII secolo. Sotto di essa passava l'antica strada che portava al colle del duomo prima che venisse aperta quella di Piano Scarano.

 

 

 


PORTA DEL CARMINE 

Porta del Carmine deve al fatto che immette in un quartiere povero, abitato quasi esclusivamente da agricoltori, il fatto di non aver subito rimaneggiamenti nel corso dei secoli ed aver conservato la purezza duecentesca delle sue linee. Essa è stata testimone di un importante fatto storico, Urbano V il 9 giugno 1367, insieme ad un imponente corteo di cardinali e principi, entrò in città da questa porta per fare sosta a Viterbo prima di proseguire per Roma dove riportava la sede papale da Avignone.


PORTA FIORITA 

In una rientranza delle mura, vicino a porta San Pietro, si apre porta Fiorita, una delle più antiche della città. Chiusa nel XV secolo è stata restaurata e riaperta nel 1985.

 

 

 


PORTA SAN PIETRO 

Anche porta San Pietro è una delle porte più antiche della città, già chiamata porta Salicicchia forse come corruzione del termine silices cioè i selci con i quali era pavimentata la strada. Addossato alla porta troviamo il palazzo dell'Abate che deve il suo nome al fatto che appartenne ai monaci cistercensi di San Martino al Cimino e usato nei mesi invernali quando al convento, situato in montagna, faceva troppo freddo.


PORTA SAN LEONARDO 

La porta San Leonardo, da alcuni erroneamente chiamata porta Vallia, fu importante per Viterbo finché sotto di essa passò la strada che portava a Roma seguendo il tracciato della via etrusco-romama. Modificato il suo tracciato, la porta perse di importanza e, nel corso del XV secolo, venne chiusa; a ridosso venne costruita la chiesa di S. Maria delle Fortezze. Dopo i bombardamenti dell'ultima guerra, la parte posteriore del complesso della chiesa non è più stato ricostruito e nel 2010 l'antica porta è stata riaperta.


 (Angelo M. Ambrosini)