Piccolo rosone con lo stemma di Viterbo nel primo chiostro.


Piccolo rosone nel primo chiostro.


Piccolo rosone nel primo chiostro.


Piccola fontana all'interno del convento.


Il primitivo convento di Santa Maria in Gradi (il nome deriva dall'imponente gradinata di accesso alla chiesa), fu eretto nel 1215 dal cardinale Raniero Capocci il quale, nel 1244, lo donò all'ordine dei Domenicani.
Nel 1246 il convento è quasi distrutto da un violento nubifragio ma venne ricostruito poco dopo e la chiesa fu consacrata nel 1258 da papa Alessandro IV.
La chiesa ha subito nel corso dei secoli numerosi rimaneggiamenti, nella seconda metà del '400 un grandioso portico sulla facciata sostituì quello preesistente.
L'intervento più sostanzioso si ebbe comunque tra il 1737 ed il 1758 allorché fu dato mandato all'architetto Nicola Salvi, lo stesso che progettò la fontana di Trevi a Roma, di ristrutturare completamente la chiesa. Il Salvi, fatto salvo l'imponente portico esterno, trasformò completamente lo spazio interno della chiesa passando dalla divisione a tre navate con copertura lignea a quella unica coperta con una volta a botte. Oltre la navata si accedeva ad un transetto coperto da una cupola ottagonale, eleganti stucchi decoravano le pareti. Allo stesso architetto è attribuito il grandioso portale che permette di accedere al complesso dalla via Cimina.
Il complesso ha subito innumerevoli danni dovuti alla scelta di adibirlo a penitenziario per oltre un secolo (fino al 1993), nonché ai bombardamenti dell'ultima guerra che colpirono la chiesa e portarono nel 1950 alla completa demolizione della volta.
Dal 1993 il complesso ospita l'università degli studi della Tuscia e sono stati intrapresi interventi di restauro e ricostruzione della chiesa che verrà adibita ad aula magna.
Dell'intero complesso del due e trecento, l'unica parte che ha conservato l'aspetto originario è il primo chiostro detto anche chiostro marmoreo o ogivale. Iniziato nel 1256 e ultimato insieme alla chiesa per volere di papa Alessandro IV, si presenta ad archetti ogivali sorretti da 160 colonnine di marmo bianco abbinate. Al suo interno trova posto un pozzo di epoca posteriore, realizzato nel 1557,costituito da una vasca centrale e da due colonne con trabeazione, poggia su un basamento realizzato con lastre tombali riutilizzare.
Il complesso è dotato di un secondo chiostro o chiostro maggiore. Al centro del secondo chiostro è posta una fontana circondata da un recinto di eleganti colonne, la sua costruzione risale alla seconda metà del XVII secolo.
Il complesso di Santa Maria in Gradi, rivestì per molto tempo un ruolo importantissimo nella vita della città, papa Clemente IV vi soggiornò a lungo e chiese di essere sepolto in questo luogo.Altri personaggi illustri trovarono sepoltura all'interno di questa chiesa, la maggior parte dei monumenti funerari sono andati perduti, le tombe più importanti come quella di papa Clemente IV e del prefetto ghibellino Pietro De Vico si trovano attualmente nella chiesa di San Francesco.
Il convento dei dominicani, per molto tempo, ebbe in gestione l'ospedale chiamato Domus Dei, fondato nel 1292 ad opera di Visconte Gatti e destinato a curare oltre che i cittadini di Viterbo anche i numerosi pellegrini che transitavano per la città diretti a Roma seguendo la via Francigena. L'ospedale sorgeva dall'altra parte della strada cimina ed era collegato al complesso conventuale mediante un cavalcavia, cavalcavia demolito nei primi anni del 1800. Di detto ospedale rimane solamente una porzione di fabbricato situato sul lato destro della strada in prossimità del portone d'ingresso del convento.

 

(Alessandra Ambrosini)

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Opere consultate:
ANDREA SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988
CESARE PINZI, I principali monumenti di Viterbo, Viterbo, Sette Città, 2a edizione, 1999.
MASSIMO GIUSEPPE BONELLI, Convento di Santa Maria in Gradi, in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 238-240 .