Vicolo del quartiere con sullo sfondo il quartiere di San Pellegrino.


Lo stesso vicolo verso piazza S.Andrea.


Il quartiere di Pianoscarano è uno dei più antichi della città di Viterbo. Il suo nome antico di vico Scarano compare in alcuni documenti medievali anche come Squarano o Scarlano. Esso sembra derivare dal termine longobardo "squara", cioè schiera, luogo dove erano accampate le truppe.
Il quartiere era separato dal resto della città dal torrente Paradosso e collegato ad essa da un piccolo ponte che porta lo stesso nome. Il torrente è ormai interrato e al suo posto ci sono orti e giardini, il ponte invece è ancora esistente e permette di scavalcare il fossato che divide il quartiere di Pianoscarano da quello di San Pellegrino.
Al quartiere si accedeva da porta Fiorita, una delle porte più antiche della città, chiusa per tanto tempo è stata riaperta soltanto nel 1970.
Molti degli edifici del quartiere hanno subito profondi rimaneggiamenti del corso dei socoli, quelli medievali superstiti risalgono alla fine del XII secolo secolo e l'inizio del XIII.
Essendo il quartiere abitato in prevalenza da contadini e piccoli artigiani, le case non presentano pregi artistici di rilievo. Sono caratterizzate da aperture con archi a tutto sesto sormontate da un tetto a capanna.
Il quartiere risulta  piuttosto popoloso anche in epoca medievale, tanto da avere due chiese: la chiesa di San Carlo e quella di San Andrea.
Al centro del quartiere troviamo la famosa fontana di "Piano", celebre perché causa della sommossa cittadina del 1367 contro i cardinali al seguito di papa  Urbano V. Sommossa a causa della quale, per ordine del papa, la fontana fu distrutta. Quella attuale risale al 1376.

(Angelo M. Ambrosini)



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Opere consultate:
A. SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Viterbo, FAVL Edizioni Artistiche, 1988
LIDIA GREGORI, Il quartiere di Pianoscarano, in «Il centro storico di Viterbo», Betagamma, Viterbo 2001, pp. 53-56.
FEDERICA BUCCA, Le pievi di S.Andrea e S.Nicola a Pianoscarano, in «Biblioteca & società» vol. XXXIII, n.4, Viterbo 1997, pp.28-30.