La colonna di ser Monaldo.
Seminascosta dagli abeti e dalle piante di oleandri, all'interno di un'aiuola che delimita piazza Martiri d'Ungheria si trova una colonna abbastanza grezza di forma prismatica. Sul capitello che la sovrasta è incisa la scritta: "MEMORIALE DNI MODALDI". Gli storici non sono riusciti a dare una risposta soddisfacente sull'uso di questa colonna né tanto meno di quale Ser Monaldo si tratti. Nella Rosa, strenna viterbese del 1888, si avanza l'ipotesi che possa trattarsi di Monaldo dei Monaldeschi del partito dei Maganzesi che nel 1454 uccise in una congiura Guglielmo Gatti, capo del partito avverso. Il rettore del patrimonio, Paolo di Santa Fede, fece catturare Monaldo e Valentino Tignosi, un altro dei congiurati, e li fece impiccare a due ulivi del convento di San Francesco. La colonna sarebbe quindi stata innalzata per ricordare il fatto e fungesse da monito per tutti i faziosi della città. Il nome di ser Monaldo sarebbe stato scolpito sulla colonna in quanto ritenuto l'istigatore della congiura. Il fatto di sangue è ampiamente documentato ma nulla lo collega alla colonna.
La prima notizia storica su di essa si ha sulla fine del quattrocento. Come riportato su uno statuto cittadino del tempo, sulla sua sommità veniva piantato il palio che costituiva il premio dei vincitori delle corse di cavalli. Sulla colonna si osservano due fori, la tradizione popolare vuole che servissero per legare alla colonna i falliti onde esporli alla pubblica gogna; una piccola fiera di cianfrusaglie che si teneva in passato durante le feste pasquali sullo spiazzo antistante, veniva chiamata, in effetti, la fiera dei falliti.
(Alessandra Ambrosini)
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Opere consultate:
ANDREA SCRIATTOLI, Viterbo nei suoi monumenti, Stab. F.lli Capaccini, Roma, 1920.